IL RAGAZZO E LA TIGRE 

Niviano giovedì 22 agosto ore 21:15

IL RAGAZZO E LA TIGRE – Niviano giovedì 22 agosto ore 21:15

Il piccolo Balmani (Sunny Pawar), nove anni, scappa dall’orfanotrofio in cui vive per tornare nella sua città Kathmandu. Durante il viaggio la sua strada incrocia quella di un cucciolo di tigre del Bengala, catturato da una banda di avidi bracconieri pronti a venderlo al mercato nero. Il bambino riesce a salvarlo e decide di portarlo con sé al famoso monastero Taktsang, noto come Tana della Tigre, luogo da favola di cui gli parlava sempre la mamma. Lì il cucciolo sarà al sicuro grazie alla protezione dei monaci buddhisti himalayani. Inizia così un viaggio avventuroso e complicato in cui i due scopriranno le meraviglie della vita, ma anche i pericoli che essa nasconde. Un’impresa ardua che Balmani riuscirà a portare avanti con l’aiuto di Hannah (Claudia Gerini), direttrice dell’orfanotrofio, che non si arrende di fronte alla scomparsa del bambino. Tra scenari mozzafiato nasce l’amicizia tra il cucciolo di uomo e quello di tigre. Una storia di amore e fratellanza che attraverso la battaglia di Balmani ricorda l’importanza di difendere la Terra e i suoi abitanti dalle barbarie dell’uomo.

Genere: Family, Avventura

Regia: Brando Quilici

Attori: Sunny Pawar, Claudia Gerini, Yoon C. Joyce, Amandeep Singh, Shi Yang Shi

Durata: 94 min

Balmani è un 12enne che ha perso la madre nel terremoto che ha devastato il Nepal, ed è stato mandato in un orfanotrofio lontano da casa, l'Ananadita Children's Home. Ma il ragazzino vorrebbe tornare nella sua Katmandu, e a nulla valgono le attenzioni che Hanna, capostruttura dell'orfanotrofio, gli riserva, immedesimandosi nel suo smarrimento: anche lei infatti è un'orfana, e ha la missione di aiutare chi ha subìto la sua stessa sorte. Nella zona alcuni bracconieri uccidono una tigre del Bengala e le sottraggono il piccolo, ma Balmani, in fuga dall'orfanotrofio, vede il cucciolo e lo libera, portandolo con sé. Sarà l'inizio di un lungo viaggio per consegnare la giovane tigre, che il ragazzo ha chiamato Mukti, ad un monastero arrampicato sull'Himalaya, il Tiger's Nest, che fin dal nome si qualifica come luogo sicuro per quell'animale selvaggio sacro ai monaci. E Hannah troverà il modo di accompagnare i due nella difficile impresa.

Brando Quilici, figlio dell'indimenticato documentarista Folco, mette a frutto la sua lunga esperienza come regista di speciali del National Geographic e del Discovery Channel per narrare attraverso immagini sontuose l'avventura di Il ragazzo e la tigre che trae ispirazione da una leggenda popolare, portando gli spettatori in luoghi inaccessibili e incontaminati e facendocene scoprire tutta la meraviglia.

Il piccolo Balmani viaggerà con il tigrotto fra cascate vertiginose e cime impervie, fiumi e rapide, giungla e pianure subtropicali, nevi perenni e antiche rovine, ma anche nel caos delle strade affollate di Katmandu, incontrando via via una comunità di nomadi e un gruppo di "cacciatori di miele" che si arrampicano sulle pareti rocciose per sottrarre l'alveare alle api più grandi del mondo. Il ragazzino e il cucciolo di tigre saliranno a bordo di uno spericolato sidecar e di una piroga, attraverseranno la foresta e si inerpicheranno sulle montagne, troveranno rifugio in una casa diroccata e in una tenda dopo aver dormito all'addiaccio.

Tuti gli interpreti sono efficaci e credibili, compresa Claudia Gerini nel ruolo di Hanna, struccata e del tutto priva di vanità da star, completamente a disposizione di un ruolo che ha richiesto stamina fisica ed emotiva. Ma le vere star sono il giovanissimo attore indiano Sunny Pawar, già apprezzato in Lion - la strada verso casa, che mostra una notevole maturità attoriale e una capacità di interagire senza paura e con affetto con un animale in carne, ossa e... zanne; e lo stesso cucciolo di tigre, davvero espressivo e commovente.

Quel che è più sorprendente è come Quilici abbia saputo raccontare non solo la magnificenza della natura ma anche la profondità dei sentimenti degli esseri umani che popolano quei luoghi, e sia riuscito (senza l'aiuto degli effetti speciali) a dirigere una storia di solidarietà e amore fra (cuccioli di) uomo e animale senza sentimentalismi o piaggeria, trattando il pubblico dei bambini con grande rispetto della loro dignità di spettatori potenzialmente consapevoli. 

Rimasto solo al mondo dopo il terremoto che ha devastato il Nepal, il piccolo Balmani scappa dall’orfanotrofio e si inoltra nella fitta foresta, cercando di ritrovare la strada per Kathmandu. Il suo destino si incrocia con quello di un cucciolo di tigre del Bengala, catturato da una banda di bracconieri.

Il ragazzino riesce a liberare il tigrotto dalla gabbia in cui lo hanno rinchiuso e lo porta con sé, convinto che, se riusciranno a raggiungere Taktsang – antico monastero in cima alle montagne conosciuto come “La tana della Tigre” (secondo la leggenda il guru Rimpoche, volato dal Tibet a dorso di una tigre, atterrò in una caverna sotto il monastero) – saranno salvi entrambi. E qui inizia la favola di fratellanza e di amicizia tra il cucciolo di uomo, Balmani, e quello di tigre, Mukti, che li porterà alla scoperta della vita, in un avventuroso viaggio tra pericoli e strani incontri con nomadi, cacciatori di miele e conducenti di yak, all’ombra silente dell’Annapurna, nello scenario spettacolare ma impervio dell’Alto Himalaya, inseguiti dai bracconieri determinati a riprendersi il prezioso cucciolo. E per fortuna anche da Hannah, la direttrice dell’orfanotrofio, che parte alla ricerca del bambino sparito. E sarà proprio lei a trovare i due piccoli fuggiaschi, spaventati ed esausti, e ad accompagnarli al monastero, seguendo il canto melodioso dei monaci. E qui finalmente sia il tigrotto Mukti che il piccolo Balmani troveranno una nuova mamma, perché a volte, se ci credi con tutto te stesso, i sogni si avverano. E le tigri sì, volano.