Silvia Faini, Il Vocabolario dell'Anima.


Nata a Milano nel 1964 proviene da una ventennale esperienza nel settore della moda.

Si dedica dapprima alla realizzazione di decorazioni d’interni soprattutto sotto forma di murales. Successivamente si affaccia al mondo dell’arte pittorica proponendo inizialmente lavori di stile grafico realizzati in bianco e nero e, successivamente,  opere caratterizzate da collage di acquarello e piallacci di legno.  

Ha partecipato al progetto itinerante Moleskine per la Feltrinelli, una staffetta creativa in 5 tappe italiane.

Il taccuino da lei decorato per l’occasione è stato scelto tra i primi cinque di Milano e nel maggio 2010 è stato esposto alla Biennale d’Arte Africana a Dakar. Ha inoltre preso parte ad un progetto internazionale on line di creatività chiamato Game 2, la sua opera è stata inserita in un libro che prende nome dallo stesso progetto. Tre suoi acquerelli sono stati selezionati per partecipare all’asta organizzata da Sotheby’s in favore del CAF (centro aiuto alla famiglia). Nel marzo 2011 Silvia Faini è stata selezionata come artista partecipante al progetto Moleskine Artist Market Place: una nuova piattaforma e-commerce che permette di acquistare taccuini e agende personalizzate direttamente dagli artisti.

 

Avendo avuto, da sempre, interesse per temi esoterici, nel 2014 pubblica il libro "Il Vocabolario dell'Anima", il testo, che tratta concetti legati

alla spiritualità, è illustrato con immagini di lavori della stessa autrice.

 

 

Per approfondimenti potete guardare qui


 

(Il libro "Il Vocabolario dell'Anima" di Silvia Faini è in vendita 

on-line presso i principali store di libri, tra questi Amazon Store, Apple I Book Store, Google Play Store, Kobo Books, IBS, La Feltrinelli, Libreria Rizzoli, Libreria Universitaria, Il Giardino dei Libri, Hoepli Store ecc.)


 

 

Ha recentemente sviluppato interesse per incisioni su vetro ed altri materiali realizzando opere finemente decorate.


Testo di Adriano Sangineto

Alberi, fiori, figure di grande semplicità animate da tratti geometrici ben definiti.

Questi soggetti sono ormai al di là di ogni attenzione, in una società moderna dove la semplicità degenera ineluttabile nella banalità.

Eppure le opere di Silvia Faini contengono molto più che un richiamo alla natura: sono significati, sovrastrutture, trame, su cui ogni spettatore tesse la propria storia, i propri ricordi e le personali  esperienze. 

Sono figure vive, cinetiche, che tendono a sconfinare dal foglio: non si riescono a contare tutte le “libellule” così come appare inutile e tracotante tentare di enumerare le ramificazioni di un albero.

La persona che si affaccia a questi capolavori non ha bisogno di conoscere intermediazioni per apprezzarne il significato, dal momento che può scegliere come plasmare il significante in ragione della propria situazione sensoriale. 

Per tutto il XX secolo si é parlato di arte come elemento di rifiuto della società, condizione che ha alimentato i sentimenti  individualisti dell'età contemporanea. 

I quadri di Silvia Faini ci riportano all'età dell'oro dell'umanità: valori comuni condivisi, pieno e reciproco rapporto con la natura, semplicità delle figure e dei sentimenti, tutte formule che, pur cadute nell'oblio, sono ancora annidate in potenza tra i meandri dell'animo umano.